Nell’ambito della Settimana della Violenza 2023 organizzata dai professionisti volontari dell’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia si è svolto il 23 novembre 2023 dalle ore 18:00 alle ore 19:30 sulla piattaforma GoToMeeting il webinar “La scienza della violenza: dall’anamnesi al trattamento”.
Al webinar è stato seguito da circa settanta partecipanti tra operatori esperti di violenza e in formazione.
Il webinar è iniziato con l’intervento del dottor Massimo Lattanzi che, dopo aver brevemente presentato l’AIPC (Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia), ha introdotto il concetto di ruminazione. La ruminazione consiste nel focalizzarsi passivamente e ripetutamente sui sintomi della propria sofferenza; è una forma circolare di pensiero persistente ed è rivolta al passato. Di conseguenza, la ruminazione costituisce un fattore di mantenimento di stati emotivi negativi che potrebbero condurre a comportamenti disfunzionali come abbuffate o abuso di sostanze, nel tentativo di interrompere il processo ruminativo e abbassare lo stato di coscienza. La ruminazione può, inoltre, essere un fattore di vulnerabilità nello sviluppo di alcuni disturbi mentali e un fattore di mantenimento. In genere la ruminazione si attiva quando vi è una discrepanza tra lo stato attuale e quello desiderato o quando si percepisce un fallimento nel progredire verso un obiettivo. Si rimugina per sentirsi più sicuri, in quanto il ruminatore si percepisce debole, fragile, insicuro e spaventato dal futuro. Le preoccupazioni spesso sono accompagnate da irrequietezza, difficoltà di concentrazione, irritabilità, perdita di controllo, difficoltà del sonno, tensione muscolare o altri disturbi somatici. Tra le esperienze infantili ricorrenti dei ruminatori troviamo genitori ipercontrollanti, critici e ruminatori oppure genitori che scoraggiano l’espressione di pensiero dei figli.
Qui è possibile ascoltare i podcast di Formazione Continua Violenza sul canale Spotify dell’A.I.P.C.
La ruminazione rabbiosa sembrerebbe essere presente in percentuale significativa nel campione dei presunti autori di violenza, stalking, omicidi e tentati omicidi anche ristretti nelle Case Circondariali.
A seguire è intervenuta la dottoressa Tiziana Calzone, che ha iniziato parlando del trigger, ovvero del “grilletto” che innesca la ruminazione. Ha, inoltre, aggiunto che la forte ruminazione può innescare la perdita di contatto con la realtà. La principale differenza tra ruminazione e rimuginio è che la prima riguarda il passato, mentre la seconda riguarda il futuro. In entrambi i casi la persona non vive il presente, quindi ha un distacco dalla realtà che lo circonda. Ovviamente non si tratta di pensieri razionali, ma si tratta di pensieri rigidi, nevrotici o addirittura psicotici. I manipolatori in genere sono passivo- aggressivi, in quanto spesso sembrano “innocui”. Prima di terminare il suo intervento, la dottoressa ha voluto sottolineare che l’AIPC si occupa della violenza in genere e non di genere, anche se non si può negare che le statistiche sono a sfavore delle donne.
Ha poi preso parola la dottoressa Carmen Pellino, che cura l’analisi dei dati e le ricerche approntate da oltre un decennio dall’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia. La tematica affrontata dalla dottoressa è stata quella della percezione affettiva genitoriale negli autori di violenza. L’analisi è stata effettuata su un campione di 105 utenti, di cui 20 autori in carcere, 16 presunti autori, 4 presunte autrici e 65 presunte vittime, ricerca iniziata nel 2016 e che è stata oggetto di alcune pubblicazioni anche internazionali. I fattori presi in considerazione sono la personalità, l’aggressività e l’affettività percepita. Inoltre, sono stati presi in considerazione gli schemi di risposta allo stress quotidiano, molto importanti per l’adattamento. L’aggressività può essere manifesta (overt) e nascosta (covert). Quella manifesta ha base neurobiologica, ereditaria e stabile e in genere prevede un attacco fisico. Quella nascosta, invece, è correlata al contesto ambientale ed è più subdola (esempio, rubare e danneggiare le proprietà altrui). Mentre i giovani fanno più ricorso all’aggressività covert, gli adulti utilizzano di più quella overt.
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Per quanto riguarda l’analisi della relazione figlio- genitore, le variabili fondamentali sono 5: calore/ affetto, ostilità/ aggressività, indifferenza/ trascuratezza, rifiuto indifferenziato e controllo. Il controllo genitoriale, essendo un insieme di comportamenti con cui si offrono cure in risposta ai bisogni del bambino, ha una funzione protettiva. Tuttavia, se è eccessivo, diventa disfunzionale. Gli autori di violenza, in genere, percepiscono la madre come più controllante. Al contrario, le autrici tendono a percepire come più controllanti i padri. Quindi, la percezione della variabile controllo, sia della madre che del padre, è differente in autori, autrici e campioni di controllo. Le vittime, invece, percepiscono come più controllanti i padri; allo stesso tempo percepiscono le madri come più rifiutanti.
Lo sportello di ascolto ed orientamento dell’A.I.P.C. sulla violenza è dedicato a tutte le persone senza distinzione di genere e di ruolo ricoperto (vittime, autori e familiari) e propone a richiesta e con il versamento di un contributo spese, una valutazione psicodiagnostica e psicofisiologica e training individuali, di coppia, di gruppo e familiari. Per chi si occupa o intende occuparsi di violenza con strumenti scientifici l’A.I.P.C. propone, con il versamento di un contributo spese, in presenza o a distanza, una formazione specialistica e una supervisione sia individuale che di gruppo.
Il numero unico A.I.P.C. è il 3924401930 attivo tutti i giorni festivi compresi dalle ore 12:00 alle ore 16:00 e la e-mail è aipcitalia@gmail.com.
Nel corso del Webinar “La scienza della violenza: dall’anamnesi al trattamento”, è intervenuta l’avvocata Elia Cursaro, Mediatrice Familiare e legale dell’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia. Il suo intervento si è focalizzato sulle differenze apportate dal Decreto di Legge 923 in materia di contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica. Questo nuovo strumento offertoci dal legislatore incrementa strumenti di prevenzione, protezione e contrasto ai reati, già esistenti e presenti nel “Codice Rosso”, Legge n. 69/2019 e nel cosiddetto “Codice Rosso Rafforzato”, Decreto Legge 122/2023.
Innanzitutto viene rafforzato l’ammonimento, che diventa procedibile d’ufficio. Tale strumento può essere utile proprio in quanto preliminare alla denuncia. Tuttavia, afferma l’avvocata Cursaro, per evitare che le condotte degenerino, è fondamentale intraprendere un percorso di supporto psicologico.
Inoltre, alcune delle misure già esistenti nel codice antimafia – come misure di prevenzione personali e sorveglianze speciali – vengono estese per andare a inglobare anche gli autori di reati ricollegati al Codice Rosso.
Un’altra novità introdotta da questo DDL è in materia di formazione e specializzazione sui temi della violenza di genere e domestica, in particolare negli uffici competenti, oltre alla predisposizione di linee guida nazionali per orientare un’adeguata ed omogenea formazione degli operatori che entrano in contatto con vittime di violenza.
L’avvocata Cursaro, poi, ricorda l’importanza di una formazione specialistica, sui temi della violenza, anche ai docenti in ambito scolastico, in modo tale che siano in grado di cogliere anche i primi segnali.
Inoltre, il DDL 923 inasprisce le pene rispetto alle misure cautelari e precautelari ed estende la disciplina penalistica anche alla violazione degli ordini di protezione emessi dal giudice in sede civile. L’art. 12, poi, introduce la prescrizione del braccialetto elettronico, strumento potenzialmente utile nel contrasto allo stalking e alla violenza. Tuttavia, è fondamentale il monitoraggio costante dell’avanguardia della tecnologia che esso utilizza, in modo tale da ridurre al minimo malfunzionamenti che possano condurre a falsi negativi o positivi. L’art. 15, inoltre, stabilisce che per la sospensione condizionale della pena, non sia più necessaria la sola partecipazione ai percorsi di recupero, ma occorre che tali percorsi siano ultimati con esito favorevole. In questo ambito, il Ministero della Giustizia e quello delle Pari Opportunità procederanno a stabilire quali associazioni ed enti saranno adeguati ad effettuare tali percorsi e a stabilire le linee guida che tali strutture dovranno seguire nella loro strutturazione.
In conclusione, l’avvocata Cursaro ha ricordato quanto sia importante educare ed educarsi alle relazioni affettive, proprio perché l’essere umano è in continua evoluzione e la violenza può raggiungere chiunque.
Successivamente, si è svolto l’intervento della Dottoressa e tirocinante presso Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia Federica Maltagliati, che ha ripreso il filone della ruminazione, introducendo lo strumento di autoregolazione affettiva del biofeedback applicato dal 2012 dall’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia. Tale strumento rappresenta una tecnica di autoregolazione non invasiva che permette al paziente di apprendere e raggiungere il controllo volontario delle funzioni fisiologiche che normalmente vengono regolate in maniera autonoma, dunque in maniera inconsapevole, dall’organismo.
La Dottoressa ha poi riportato un caso clinico trattato dall’Associazione: quello di un uomo di circa 60 anni che riporta uno stato ansioso depressivo reattivo con aspetti ossessivi, e che, in precedenza, è stato accusato di atti persecutori dalla compagna.
Questo caso rappresentativo di molteplici casi, rafforza il legame tra la ruminazione, ossessività, ansia, tratti depressivi e attivazione, traccia il profilo psicodiagnostico e psicofisiologico ricorrente nei presunti autori di violenza e convalida l’utilità del biofeedback sia in temini di valutazione che di autoregolazione.
E-book AIPC Rubrica Delitti Familiari settimana dal 18 al 24 novembre 2023. È possibile sfogliare gratuitamente l’ebook cliccando sul link:
https://flipbookpdf.net/web/site/f15fb1f382c0227afb0b4e5c1a89b83af5b8b1e9202311.pdf.html
Podcast AIPC Rubrica Delitti Familiari dal 18 al 24 novembre 2023. È possibile ascoltare gratuitamente il podcast cliccando sul link:
In conclusione, una giovane donna ha riportato la sua esperienza e le difficoltà collegate alla vita all’interno di una relazione violenta, alla difficoltà nella scelta di uscirne e separarsi e alla difficoltà nel trovare il coraggio per sporgere denuncia, passo che – purtroppo – non risulta essere sempre semplice e utile. Le principali difficoltà riportate da questa giovane donna non riguardano le leggi e le norme presenti nel nostro Codice Penale ma la loro applicazione concreta. La donna, inoltre, ricorda l’importanza che hanno gli affetti degli individui che agiscono violenza – famiglia, amici e così via – che “potrebbero” rendersi conto della situazione ed aiutarli ad intraprendere un percorso di consapevolezza e cambiamento.
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